Oggi vi invito a prendere un aperitivo virtuale a casa mia insieme a Francesca Tilio, fotografa performer, scrittrice, artista marchigiana … Francesca è tutte queste cose insieme e altro ancora. Cercherò di sintetizzare in un paio di righe la sua biografia ma aiuto! E’ un’impresa ardua.
Nel 2007 ha diretto il suo primo spettacolo teatrale About Tom Waits. Nel 2009 ha esposto con la mostra personale intitolata Les bonnes alla Viewfinder Photo Gallery di Londra e nel 2010 ha vinto il premio Camera d’oro a Lens Based Art Show di Torino. Nel 2013 debutta con il Pink project e nel 2015 ha pubblicato il suo primo libro Le femmine sono numeri dispari che è ora anche un film dal titolo Vicini.
Il lavoro di Francesca è incentrato soprattutto sull’essere umano e in particolare sulle donne. Per quanto riguarda la fotografia l’aspetto che mi ha colpito guardando alcuni suoi scatti (in particolare Girls from another planet) è il lato onirico, fiabesco, direi poetico che lo sguardo cattura. Le immagini restituiscono sensazioni di leggerezza, tenerezza, anche di mistero proiettate sullo sfondo di cieli azzurrissimi. Ma questa è la mia personalissima opinione, ora cerco di approfondire.
F. Francesca, benvenuta! Comincio subito dalla definizione di fotografa performer, ci puoi spiegare cosa significa esattamente?
F.T. Buongiorno a te e grazie per aver scelto di ospitarmi. Definirmi fotografa mi imbarazza sempre un po’, probabilmente perché la macchina fotografica è un mezzo espressivo e in quanto tale potrebbe essere rimpiazzato. La parola, il segno, la musica sarebbero altrettanto efficaci. In questo momento la fotografia ed io siamo intime amiche, spesso complici, devo ammetterlo. E’ lei che mi ha cambiata nel tempo, mi ha resa meno timida, più intraprendente, empatica, e per questo gliene sono grata. La parte performativa è quella che – in maniera estemporanea – mette in relazione me e la persona fotografata. Attraverso stimoli, sollecitazioni, casualità faccio in modo che la relazione tra me e l’altra persona dia vita a qualcosa di nuovo, a volte sorprendente. La perfomance è frutto di un incontro e un tempo prestabiliti, è quello che succede nel mentre più che il risultato.
F. Se dovessi riassumere in poche righe il tuo percorso di artista che mixa generi espressivi diversi, quali sono i lavori più importanti, quelli che ti hanno dato maggiori soddisfazioni e che in qualche modo hanno rappresentato una svolta nel tuo percorso creativo?
F. T. Non penso che un lavoro sia più importante di un altro, credo siano tutti concatenati tra loro; ogni progetto diventa generatore di nuove idee, di nuovi progetti, senza soluzione di continuità. Posso però citare quelli che hanno creato un punto di rottura, una consapevolezza, un’evoluzione rispetto ai lavori precedenti. Me2, ad esempio. Una serie di autoscatti dove cambio identità attraverso l’uso di abiti e parrucche. Per la prima volta la performance entra nel lavoro. Alle donne che vengono alla mostra faccio indossare le mie parrucche, e in un set intimo e riservato le fotografo permetto loro di essere esponenzialmente differenti da se stesse. Con Me2vinsi il Lens Based Art Show di Torino nel 2010. Pink Project, la storia della mia malattia e guarigione attraverso un racconto fotografico visionario e pop. Sono io con una parrucca e un abito rosa in giro per il mondo, accompagnata da mia figlia Dora, che entra in scena quando ancora nella mia pancia e mi accompagna per mano in ogni scena, scandendo il tempo che passa. Sicuramente il mio lavoro più personale, ha girato l’Italia per sensibilizzare le donne rispetto alla prevenzione ed è stato partner della LILT (Lega Italiana Lotta Tumori) per la lotta al cancro al seno. Girls from another planet e L I N K, Love Is a Necessary Knot sono i miei progetti più recenti a cui sono particolarmente affezionata. Poi ci sono i clienti, che sempre più spesso mi chiamano perché conoscono e ri-conoscono il mio sguardo. La FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana, la candidatura per la città di Ancona come Capitale della Cultura 2022, il progetto Scaglie del Consorzio Parmigiano Reggiano, sono solo alcuni dei clienti che mi rendono appagata e orgogliosa. Inoltre da circa un anno sono rappresenta da LUZ (luz.it), una bellissima agenzia fotografica di Milano che promuove racconti d’autore.
F. Ritrai spesso le donne, che cosa ti affascina dell’universo femminile? Come nascono le serie di ritratti?
F. T. Le donne sono spesso protagoniste dei miei lavori; raccontarle è molto naturale, appartengono al mio mondo e popolano il mio immaginario. Lavoro con le donne perché mi piacciono, perché hanno tanto da dire, perché da sempre sono state rappresentate secondo cliché svilenti; vorrei che il mio lavoro le supportasse per farle sentire più forti, più belle, più importanti. Quello che faccio è un lavoro politico; nel tempo mi disinteresso sempre più all’estetica fine a se stessa cercando di andare più a fondo, più in profondità. Vorrei utilizzare la fotografia per valorizzare, affermare, per crescere. La fotografia cambia gli altri ma prima di tutto cambia me.
F. Parliamo delle Marche, la “nostra” terra, che ruolo svolge nel tuo lavoro?
F. T. Le Marche sono spesso il set dei miei scatti, la poetica risiede nella terra che vivo da sempre. Qui sono nata e dimorano gli affetti più importanti, la mia famiglia. Viaggio appena posso, continuamente evado col pensiero e mi immagino in tanti altrove popolati di luci, città gigantesche e possibilità infinite. Nel mondo adoro vedere come l’uomo sia riuscito e riesca a interagire con lo spazio attraverso l’architettura, il design. Poi torno qui, nelle Marche, innamorata e inquieta allo stesso tempo.
F. In questo blog parlo di stile e moda, quale è il tuo rapporto di donna e di artista con i vestiti?
F.T. I set sono il frutto della mia creatività. Cerco gli abiti, spesso trucco e pettino le ragazze. Adoro frugare nei mercati, inventare, assemblare cose diverse tra loro. Non mi interessa la moda come tendenza da seguire, mi interessano l’eccentricità, l’eleganza, i processi creativi che stanno dietro agli stili.
F. Questo è un momento molto difficile per tutti ma la cultura non si ferma. Gli artisti riescono spesso a convogliare i sentimenti, le emozioni negative generate da questo periodo delicato in un flusso creativo. E’ così anche per te? Ci sono progetti che bollono in pentola?
F. T. Progetto, immagino, realizzo, penso continuamente a nuovi lavori da realizzare. Il lock down è stato duro, non lo nego, ma fonte anche di ispirazione e novità. Proprio in quel periodo, Gipsytudine – il mio blog di viaggi, parole e musica – è diventato un esperimento condiviso, a carattere nazionale, e successivamente una mostra. Attualmente sono stata chiamata a rappresentare la regione Marche per raccontare come cambieranno i rapporti umani in seguito alla pandemia in un progetto da sviluppare durante un intero anno. Personalmente ho scelto di narrare l’adolescenza, il lavoro si chiama the quaranTEEN project, e Covisioni è il nome del collettivo che si occupa di mappare l’Italia in questa direzione. La possibilità di creare mi toglie il sonno, spesso la serenità, mi infiamma e mi crea delle urgenze. Il flusso creativo è la mia condanna e il mio combustibile.
F. Mi piacerebbe se regalassi ai lettori del blog un tip, un consiglio personale.
F.T. Provo ad attingere dal mio presente, da quello che mi nutre e da quello che non vedo l’ora di fare appena sarà possibile. Ascoltare tanta musica e tanta radio
- Juana Molina, Rustin Man gli ascolti di oggi
- sempre sintonizzata su Rai Radio 3
- leggere con le orecchie mentre cammino in campagna
- 1984 di Orwell e Lolita di Nabokov, gli ultimi audiolibri
- leggere su carta
- Il viaggio di Veronica. Una storia personale del ritratto fotografico, di Ferdinando Scianna
I desideri possibili:
- visitare la mostra di Paolo Roversi al MAR di Ravenna
- un viaggio sulle coste del Galles con la mia famiglia
- dipingere di grigio antracite la parete e la scala del salotto
- portare mia figlia sulla neve.
Grazie Francesca della bella intervista, ci hai donato tanti stimoli e curiosità, aspettiamo di conoscere gli sviluppi dei progetti in corso!
blog https://francescatilio.wordpress.com/
Vi lascio con questa bellissima citazione:
La creatività è contagiosa. Trasmettila (A. Einstein)
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