Grazie alla tecnologia oggi ho fatto un salto a Parigi dove è in corso una splendida mostra: Gabrielle Chanel – Manifeste de mode, a cinquant’anni esatti dalla scomparsa di questo genio assoluto della moda.
Il Palais Galliera, riaperto da poco dopo due anni di chiusura, ospita, incredibile! la prima retrospettiva che la capitale dedica a Gabrielle Chanel (Coco), la designer che ha rivoluzionato la moda femminile (1883-1971).
Ho letto e visto molto su Chanel (ricordate l’articolo su Chanel e la forza della resilienza francescainit aly.com/gabrielle-chanel-o-la-forza-della-resilienza/ eppure, durante la visita, ho fatto delle scoperte molto interessanti che hanno contribuito a modificare alcune idee e concetti che mi ero fatta sull’universo Chanel. Ma non voglio spoilerare troppo.
Due ciceroni eccezionali mi “hanno accompagnato”, si fa per dire, nella visita virtuale, Miren Arzalluz, direttrice del Palais Galliera e l’head curator, Veronique Belloir.
I numeri sono impressionanti: 167 manichini, gallerie di abiti, gioielli, bijoux, profumi e accessori provenienti dagli archivi del Palais Galliera, della Maison Chanel e da collezioni di ben 22 paesi diversi.
L’esposizione procede in ordine cronologico e tutto parte con semplicità (apparente) da una marinière bianca e un cappello che ci ricorda che Coco cominciò la sua carriera come modista.
Nell’ampio salone dagli alti soffitti l’occhio scivola veloce sulla lunga sequenza di manichini che interpretano, flessuosi, quasi prendendo vita, gli splendidi abiti da sera di mademoiselle.
E’ il pensiero di Gabrielle sulla moda, sulle donne, sul suo (e il nostro) tempo che si manifesta. Un’eleganza timeless, senza tempo, che esalta la semplicità e la giovinezza.
I vestiti accompagnano il movimento del corpo senza costringerlo (grazie a un gioco sapiente di taglio e lavorazione del tessuto). Del resto la stilista ha sempre sostenuto che la donna deve essere libera di camminare, di correre e, in definitiva, di essere sé stessa (concetti scontati nel mondo odierno ma rivoluzionari all’epoca).
Creatività come gesto di ribellione.
E’ possibile riconoscere due momenti cruciali, rivoluzionari nella favolosa carriera di mademoiselle.
- Il primo agli inizi quando, sconosciuta, sceglie la semplicità e il comfort del jersey al posto dell’opulenza e dell’ostentazione in voga alla belle époque.
- Il secondo, più tardi, negli anni cinquanta quando Gabrielle fa il suo rientro nella moda per opporsi ai bustini, agli strascichi e ai metri di stoffa imposti da Christian Dior e dal New Look. Il concetto è sempre quello, la donna deve essere libera di muoversi.
E voilà le novità, ciò che ho scoperto durante la visita:
1 Chanel è già Chanel fin dalle prime creazioni (1915): il lusso nascosto, non esibito, la modernità, il comfort, la semplicità sono le stesse idee che porterà avanti per tutta la vita. Le creazioni che riconduciamo all’universo Chanel come la borsetta matelassé 2.55 o il tailleur o le slingback bicolori, sono introdotti solo negli anni cinquanta ma l’essenza, il riflesso del pensiero Chanel è già presente nei primissimi anni sottolineando l’innegabile coerenza.
2 Una palette inedita. Negli anni trenta la palette Chanel spazia dal tortora al navy, al bianco per arrivare al blu elettrico (l’avremmo mai immaginato?) al rosa, alle sfumature inedite di verde, a una fantasia a fiori colorati. Chanel è colore, non solo bianco e nero (o beige).
3 Non solo perle o comete. La varietà di gioielli e bijoux è impressionante. I collaboratori che hanno affiancato Chanel creando per la Maison vere e proprie opere d’arte si sono ispirati a periodi storici diversi creando preziose suggestioni.
4 Ciò che colpisce è la modernità, la raffinatezza, le chic absolu. Davanti alle creazioni di mademoiselle non pensi mai “questo è troppo …” o “questo è troppo poco …” è tutto perfetto, portabile, di una contemporaneità e di una freschezza incredibili. Sempre grazie allo straordinario concetto di semplicità.
5 Fluidità, leggerezza. Anche interamente rivestiti di ricami e paillette i capi Chanel danno un’idea di leggerezza.
La mostra è a portata di click, senza doversi spostare dal divano di casa. Impossibile perderla.
Dopo aver terminato il tour ho riposto nell’armadio i pigiamoni comfy e le tute felpate da lockdown. Sono sicura che mademoiselle ha apprezzato il gesto. Lei sì che era chic!
Typ del giorno: La bellezza sta nel sottrarre non nell’aggiungere.
Laura
Carissima amica oggi mi sono concessa uno spazio solo mio e indovina cosa ho sfogliato? Il tuo blog dove ho “sbirciato” pochi giorni fa e che mi è tornato in mente subito come migliore occasione di relax in segno della curiosità e dell’eleganza …..Grazie per questi rari momenti di impagabile leggerezza tutta da riscoprire
FRANCESCA
Grazie di cuore Laura per le tue righe preziose. Vieni a “sbirciare” quando vuoi. Ti aspetto!
Beatrix Pezzati
Grazie Francesca,
di questa storia su Coco! Ne hai parlato come in un sogno, facendoci vedere e rivivere tutta la sua magia.?❤
FRANCESCA
Grazie Beatrix, sono contenta ti sia piaciuto! Ti consiglio il tour virtuale della mostra.