Oggi vi voglio presentare due professioniste marchigiane vulcaniche, talentuose e molto stilose, Giorgia e Elisa che hanno creato nel 2012 Verticale d’Arte (foto in alto di Paolo Alocco). L’associazione si prefigge come obiettivo l’organizzazione di eventi culturali “connettendo” le eccellenze del territorio marchigiano (ricordate? Ne avevo già parlato in un precedente articolo sulla mostra Vedo nudo, tra arte e censura Vedo nudo: la mostra da vedere ).
Giorgia Berardinelli è un’eclettica conoscitrice di ogni forma d’arte e di musica, una scarabocchiatrice come si definisce lei con un’anima molto social, si occupa tra l’altro di comunicazione e promozione.
Elisa Mori determinata, tenace, empatica e gentile è un portento nel fundraising e nella progettazione di eventi.
Conosciamole più da vicino.
F. Organizzate da anni mostre e eventi culturali importanti. A proposito, uno dei miei preferiti è “Cracking Art en plein air”, progetto d’arte urbana (se vi è capitato di vedere gatti, chiocciole, conigli in formato gigante e coloratissimi animare gli spazi urbani di San Benedetto del Tronto, sapete quello di cui sto parlando) Parto con una domanda doppia: Come scegliete il progetto da sviluppare? Quanto lavoro c’è dietro l’organizzazione di una mostra?
G. E. Non sappiamo quantificare il lavoro che c’è dietro ogni progetto. Partiamo da un dato fondamentale: ci piace pensare ad ogni idea come ad un tassello che si aggiunge all’esplorazione del linguaggio del contemporaneo atto a catturare di volta in volta più persone possibile, per avvicinarle all’arte, coinvolgendole. Facciamo tanta ricerca, ci appassioniamo di artisti e performer italiani e stranieri, prendiamo appunti, fantastichiamo e sulla scorta di questi elementi iniziamo ad imbastire relazioni con artisti e poi proposte con il territorio che ci chiama o al quale andiamo a proporre il progetto. Spesso e volentieri è un luogo che ci ispira e iniziamo a dare forma ad una visione delle cose, che poi si traduce sempre in elaborazione certosina di tutto quello che concorre alla realizzazione progettuale (comprese le fasi relative all’allestimento). Per “Cracking Art en plein air” la storia è un pochino differente: ci eravamo già relazionate con il territorio di San Benedetto del Tronto con l’installazione urbana estiva del 2018 “Cracking Art Arte Rigenerante” che si dipanava tra Acquaviva Picena e appunto San Benedetto del Tronto, siamo state ricontattate dall’Amministrazione che a causa della prima ondata legata al Covid-19 voleva dare un messaggio di speranza alla cittadinanza e ai turisti che si sarebbero affacciati durante il periodo estivo, pensando ad attività culturali in sicurezza esclusivamente all’aperto. Così ad aprile -con tempi molto serrati- abbiamo composto, in dialogo con l’Assessore alla cultura e gli artisti, la proposta in sei presidi differenti per la città che poi ha animato l’estate sambenedettese.
F. Quale è l’evento/mostra che vi ha dato maggiore soddisfazione? E per quale motivo?
G. E. E’ come chiedere a quale genitore si vuole più bene!! Scherzi a parte ogni progetto è stato una sfida enorme, spesso ce lo dimentichiamo ma tutte le mostre e gli eventi realizzati ci hanno fatto crescere e arricchito molto… potremmo citare una situazione che riteniamo simbolicamente importante per noi: “Bertozzi & Casoni. Minimi Avanzi” nel marzo del 2017 presso la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno è stata ricollocata in tempi record dopo gli eventi drammatici del sisma del 2016, ed è stata tra le prime attività culturali a segnare una ripartenza effettiva nel territorio regionale, all’interno di quel progetto abbiamo avuto modo di effettuare esperimenti di contaminazione tra food, arte contemporanea e spettacolo dal vivo creando eventi inseriti nel percorso dei sei mesi di mostra.
F. Il ruolo dei canali social in questo periodo è fondamentale: le realtà che si occupano d’arte, dai musei alle gallerie, alle fondazioni organizzano tour virtuali e workshop online, come sta cambiando la realtà?
G. E. E’ una dinamica che stiamo tenendo sott’occhio, da non native digitali. E ci stiamo ponendo molti quesiti in merito. Abbiamo sempre chiara la valenza importantissima (e insostituibile) della fruizione di una esperienza culturale in presenza, anche perché niente restituisce il rapporto diretto con un bene culturale, con il patrimonio, il senso di inclusività e il benessere fisico e psicologico che le attività di natura culturale danno ad ogni singolo individuo (ce ne rendiamo conto ora con lo stop forzato a musei, teatri, cinema, luoghi di cultura…). Occorre esplorare nuove forme di fruizione e tenere costantemente alta l’attenzione nei confronti del mondo culturale, sempre nel pieno rispetto della vocazione del suddetto mondo che “abitiamo” per cercare di affiancare tali esperienze a quelle cui siamo abituati, quando si potrà tornare ad una quotidianità, che sarà di certo diversa da quella che ricordavamo. In questo momento stiamo ragionando con tanti amici e interlocutori che vengono dal mondo teatrale, dalle arti performative, museale, dalla comunicazione quali strade (anche e soprattutto inesplorate!) provare a percorrere…
F. Adesso spoileriamo un po’, c’è qualche nuova idea che vi frulla in testa, qualche nuovo progetto a cui state lavorando?
G. E. Restiamo sempre scaramantiche e abbottonate!!! Proprio ricollegandoci ai dialoghi aperti con interlocutori che provengono dalle discipline parallele alla nostra, stiamo provando a “costruire” progettualità multidisciplinari con esponenti brillanti del teatro contemporaneo (Bernardo Casertano), della fotografia (Francesca Tilio), dei diversi ambiti legati alla musica (Vanessa Cremaschi e Umberto Scida) e non solo proprio per arricchire azioni e proposte grazie all’esperienza e alla professionalità delle persone con le quali da mesi siamo in contatto. Ed è una strada che ci ispira e sta modulando la nostra visione del circostante! Vedremo cosa di bello succederà!
Siamo molto contente di questo intreccio di arti. E naturalmente sta accadendo molto altro pertanto invitiamo sempre a sbirciare il nostro sito e i nostri social Fb e IG!
F. Nel blog parlo di donne e di stile. I fashion designer si ispirano all’arte e l’arte mette in scena la moda. Arte e fashion, un matrimonio felice e longevo, quale è il vostro rapporto personale con la moda? (So che Giorgia è una collezionista seriale di spille)
G. E. Abbiamo un reale debole per la moda (siamo andate istintivamente nella direzione della miscellanea di stili e influenze, nella costruzione del nostro personale gusto, come in quello dei nostri progetti!), abbiamo fatto incursioni nel tempo con realtà del nostro territorio con base a Milano e stiamo incanalando parte delle nostre energie anche in quel senso, soprattutto la fotografia di moda. Poi entrambe siamo profondamente affascinate dalle griffe storiche ma anche dal design contemporaneo e del Novecento (la nostra puntata regolare al Museo del Design Italiano/ Triennale Milano è ossigeno puro). Poi abbiamo la fortuna di avere amici nel settore che in diverse occasioni si sono divertiti a giocare con outfit particolari da farci indossare, e noi ovviamente ci prestiamo sempre con gioia!
F. L’ultima, la domanda che faccio sempre. Volete donare un consiglio ai lettori del blog?
G. E. Il consiglio che diamo è molto semplice: curiosità nei confronti del circostante, sempre. E’ la spinta reale per ridisegnare anche i giorni più complicati e nutre costantemente la creatività e l’anima.
Grazie Giorgia e Elisa, non ci resta che seguirvi nei canali social!
E voi, cosa ne pensate dei progetti culturali di Giorgia e Elisa? Se vi va, lasciate un commento qua sotto.
Max
Intervista molto piacevole ed interessante. Uno “spaccato” originale delle Marche e delle Arti. Grazie ed a presto. -Max-