Oggi ho invitato per il nostro consueto aperitivo virtuale Romina Quarchioni, direttrice dei Musei Civici di Jesi che mi ha accolta nello splendido Palazzo Pianetti sede della Pinacoteca Civica, del Museo Archeologico e della Galleria d’Arte Contemporanea e che ringrazio di cuore per la disponibilità e i consigli. Per chi al momento non può visitare di persona questo gioiello (per tutto il mese di febbraio aperto nei giorni feriali con ingresso gratuito) vi segnalo una novità assoluta: il virtual tour del palazzo possibile grazie alla tecnologia di Google Street View, una funzionalità integrata di Google Maps che sicuramente conoscete già. Avrete l’opportunità di camminare virtualmente all’interno del Palazzo che custodisce gioielli come alcuni dipinti di Lorenzo Lotto, con panoramiche a 360 gradi.
F. Buongiorno Romina e benvenuta all’aperitivo virtuale. A proposito di virtuale, ecco la prima domanda, i musei hanno riaperto le porte in sicurezza e con tutte le accortezze del caso, quali sono le novità che avete pensato per la stagione turistica primaverile?
R. Q. Ai musei civici di Jesi non si è mai smesso di programmare anche a porte chiuse e sin dall’inizio della pandemia abbiamo accettato la sfida, che questa situazione così particolare ci ha messo di fronte, rivedendo il modo di accogliere i visitatori e di valorizzare il nostro patrimonio storico artistico. Tutte le attività ideate durante il periodo di lockdown hanno sempre messo al centro il pubblico come ragion d’essere del museo. Attraverso i canali social Facebook e Instagram di Palazzo Pianetti sono state così attivate una serie di azioni virtuali riconoscendo al patrimonio storico artistico un ruolo importante in questo nuovo contesto sociale. Le opere d’arte dei nostri musei si sono dimostrate un ottimo strumento, nella prima fase di chiusura, per promuovere la prevenzione anti contagio interpretando il decalogo attraverso la campagna #larteticura e si è approfittato con la serie social “Secrets Hunted: caccia ai misteri dei musei di Jesi” di rendere accessibili i luoghi normalmente chiusi (come depositi o sotterranei) dei nostri musei. Proseguendo l’attività a porte chiuse si è cercata un’interazione sempre più attiva con il pubblico grazie alle iniziative Wake Up Museum, la quale ha proposto un risveglio muscolare davanti alle opere d’arte e la rubrica social dei Pianetti Friend’s, fatta di quiz e giochi a premi, ideata dai volontari del servizio civile. Tutte queste esperienze, che hanno potenziato la fruizione del museo, naturalmente non potranno mai sostituire il contatto diretto con le opere fatto di quelle sensazioni che il virtuale non potrà mai raggiungere. Siamo a questo punto pronti per la primavera, carichi dell’esperienza della chiusura, a riaprire in tutta sicurezza con un grande evento dedicato al maestro urbinate Raffaello Sanzio e i suoi rapporti con l’ecclettico jesino Angelo Colocci. Sarà possibile, prima dell’inaugurazione della mostra a Palazzo Pianetti, entrare nell’argomento con un’escape room allestita nella Casa Museo Colocci, la quale avrà anche una versione virtuale, e con un frizzante cortometraggio che vede come protagonista l’ex iena Mauro Casciari. Tutto questo per prepararci, con molta emozione, a tornare a visitare di nuovo in presenza una coinvolgente mostra, che oltre ad esporre importanti opere provenienti da altri prestigiosi musei italiani, avrà una sua sezione tutta multimediale.
F. Immaginiamo che la famiglia Rossi venga in gita a Jesi per una giornata, quali sono secondo lei le tappe irrinunciabili per avere un assaggio della grande bellezza jesina. Che cosa bisogna assolutamente vedere tra i tanti tesori che la città custodisce?
R. Q. Abbiamo diverse proposte di itinerari per visitare Jesi, sicuramente il tour “Un giorno da imperatore” è quello più adatto alle famiglie. Il percorso ha inizio nella piazza dedicata a Federico II, qui nato il 26 dicembre 1194. Proprio in questo luogo alcuni anni fa è stato inaugurato un museo multimediale dedicato all’illustre Imperatore Svevo adatto ai turisti di ogni età, grazie alle sue installazioni interattive, animazioni tridimensionali, contenuti multimediali, ricostruzioni architettoniche e sartoriali.
Il percorso prosegue sempre nel nucleo romano medievale percorrendo la cinta muraria lunga 1,5 km che offre ancora intatti tutti gli elementi di un sistema difensivo medievale: torrioni, camminamenti per la ronda, piombatoi e feritoie. Dopo una pausa nei graziosi locali per assaggiare l‘ottima gastronomia locale accompagnata dal famoso Verdicchio dei Castelli di Jesi, il tour prosegue nella parte settecentesca della città, con una passeggiata nell’elegante Corso Matteotti oggi la più importante arteria commerciale del centro storico. Qui troviamo Palazzo Pianetti, l’antica residenza nobiliare dell’omonima famiglia con una galleria rococò lunga oltre 70 metri (proprio come la galleria degli Specchi della Reggia di Versailles!).
Annunciazione del 1526
Nelle antiche scuderie del palazzo è ubicato il Museo Archeologico, il piano nobile ospita la Galleria d’arte Antica, tra le cui opere spicca un consistente nucleo di capolavori di Lorenzo Lotto, mentre gli appartamenti privati della famiglia Pianetti custodiscono oggi la galleria d’Arte Contemporanea. Anche qui strumenti multimediali innovativi accompagnano i visitatori alla scoperta delle bellezze del passato della nostra città.
F. Avete promosso tante iniziative tra cui, in tema di inclusione, la creazione di una app con un percorso che si avvale della lingua dei segni, la rete delle città lottesche nelle Marche ecc. Il museo per tutti da vivere durante tutto l’anno, è una sfida possibile?
R. Q. Non solo è possibile, ma noi professionisti museali lavoriamo ogni giorno perché sia reale e concreto. “Il museo che verrà: inclusivo e accessibile” è il titolo di un convegno che il Coordinamento ICOM Marche, di cui sono coordinatrice, ha organizzato in occasione della Giornata Internazionale dei Musei 2020, proprio perché il museo di domani o sarà per tutti o non sarà. Mi batto ogni giorno per superare le barriere che impediscono al pubblico di sentirsi accolto. Non sapete che gioia è stata per me quando abbiamo fatto, giorno dopo giorno, quei piccoli passi che hanno reso sempre più accessibili i nostri Musei Civici di Palazzo Pianetti, abbattendo una dopo l’altra tante barriere. Grazie ad un montascale per carrozzine ho avuto il piacere di accompagnare tanti visitatori disabili a vedere quella meraviglia della Galleria degli stucchi che lascia tutti senza fiato. Grazie all’app “Apri Palazzo Pianetti” offriamo audioguide LIS che vengono visionate e incantano tutti, non solo le persone sorde. Infine le didascalie per la visita tattile di alcune opere della Galleria d’Arte Contemporanea, ideate per le persone cieche o ipovedenti, in realtà raccontano e descrivono ciò che sembra scontato e facile per tutti, ma non lo è affatto. Grazie al progetto Chromaesis invece – dedicato al colore e alla riscoperta delle radice romane dell’antica Aesis – abbiamo potuto accogliere tante donne straniere, provenienti da diversi paesi, ma oggi residenti a Jesi nel quartiere di San Giuseppe, che sono venute a tessere le loro storie di vita e di cultura all’interno della Pinacoteca di Jesi, dove tanti colori e diversità tutti insieme non si erano mai visti. Infine con la Rete Museale delle Città Lottesche abbiamo imparato che i musei vivono solo se si mettono in rete tra loro e si presentano al pubblico in maniera congiunta, anche attraverso un biglietto unico lottesco che permette di visitare 5 musei delle Marche che ospitano le opere del maestro veneziano e l’IME – Istituto Marchigiano di Enogastronomia.
F. Ora una curiosità sul “mestiere” della direttrice di Musei, che cosa fa la direttrice del museo in una giornata tipo?
R. Q. Al centro del mio lavoro ci sono sicuramente le persone, da quelle che lavorano nel museo e hanno il compito della mediazione culturale cioè di far incontrare e dialogare il pubblico con le opere, a quelle che vi entrano per le ragioni più varie, ma sicuramente per vivere un’esperienza di benessere, piacere e diletto, a quelle che non ci entrano affatto, ma ne fanno ugualmente parte. Interpreto il mio ruolo di direttrice di Musei come servizio alla comunità e mi prendo cura non solo dello straordinario patrimonio culturale conservato nei nostri musei civici, ma anche della consapevolezza da parte della comunità (fatta di cittadini e turisti di ogni età o provenienza) che abbiamo una eredità importante da interpretare nel presente per restituirla trasformata e arricchita alla comunità di domani. Questo si traduce nel far si che tutti gli standard o livelli minimi di qualità che un museo deve avere per definirsi tale siano garantiti, dall’elaborazione del regolamento dei musei ad un bilancio sostenibile, dalla cura delle collezioni all’accoglienza del pubblico, dalla programmazione partecipata ai rapporti con il territorio perché il museo è il centro di interpretazione del suo paesaggio culturale, fatto delle collezioni museali, ma anche della natura che lo circonda, degli usi, costumi e tradizioni di una comunità, insomma di ogni produzione dell’ingegno umano, andando ben oltre le proprie mura.
F. A proposito, complimenti per il team di esperti qualificati e molto preparati di cui si avvale Palazzo Pianetti. Con la pandemia è cambiato il mondo, come sta cambiando il museo?
R. Q. La scelta delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi dieci anni a Jesi di non dare in appalto esterno questo servizio essenziale, ma di assumere direttamente con concorsi pubblici personale qualificato nella gestione di musei e biblioteche, si è rivelata particolarmente strategica in questo periodo di pandemia dove la sostenibilità delle istituzioni culturali, come di tanti altri settori della società, è messa a dura prova. Avere personale qualificato è ciò che permette ai musei di Jesi di svolgere con continuità il proprio ruolo a servizio e beneficio della comunità. L’arte ha il potere di far star bene le persone per questo non se ne può fare a meno, è essenziale e necessaria come l’aria che respiriamo. Ora più che mai dobbiamo essere presenti e aperti e lo stiamo facendo sia con l’attività in presenza, quando è permesso, sia con un’attività stabile sui social che ci ha permesso di allargare tantissimo la nostra comunità superando i confini regionali, ma anche quelli nazionali. A fare la differenza è il personale che si dedica con continuità e professionalità alla programmazione e gestione dei servizi culturali, sia quelli on-line e sui social, che richiedono competenza e aggiornamento quotidiano, sia quelli in presenza, che richiedono umanità e passione.
F. L’ultima domanda è quella che pongo sempre, mi piacerebbe se regalasse a chi ci legge un tip, un consiglio personale che aiuti in questo periodo delicato e complesso.
R. Q. Naturalmente l’invito è a venire nelle Marche per compiere o regalare a qualcuno cui teniamo l’itinerario lottesco, alla scoperta dei 24 capolavori del grande maestro veneto, sparsi in 8 città marchigiane (Ancona, Jesi, Cingoli, Recanati, Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Urbino) magari sorseggiando una tazza di Tè Lotus, creato a partire dai fiori e dalle piante presenti nei suoi quadri. Si tratta di un tè bianco, simbolo di purezza, che in Lotto è rappresentata dal giglio, con l’aggiunta della rosa, simbolo della passione e del sangue di Cristo, la violetta, simbolo dell’aldilà e infine l’anice verde di Castignano. Vi aspettiamo per scoprire con tutti i vostri sensi queste meraviglie!
Ancora mille grazie alla direttrice dei musei civici Romina per i preziosi consigli e le novità. La primavera è vicina, avete già segnato in agenda un week end da dedicare alla bellissima Jesi?
L’arte ha il potere di far stare bene le persone per questo non se ne può fare a meno, è essenziale e necessaria come l’aria che respiriamo
Curiosità: da consulente fitness ho apprezzato moltissimo l’iniziativa Wake up! Il risveglio muscolare davanti a un’opera d’arte. Geniale!
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