In tempi recenti è cresciuta la curiosità per le immersioni forestali o bagni di foresta. Io stessa ho partecipato al primo bagno forestale a Castelfidardo (An) e avevo parlato qui della mia esperienza https://www.francescainitaly.com/il-primo-bagno-nella-foresta-preistorica-di-castelfidardo-lo-shinrin-yoku/
Come funziona esattamente il bagno forestale?
L’ho chiesto a Paolo Zavarella, medico osteopata e Presidente dell’ A.I.Me.F., l’Associazione italiana di medicina forestale (intervistato di recente dalla troupe di Linea Verde a proprio Castelfidardo) che è stato felice di rispondere a qualche domanda.
F. Ciao Paolo, benvenuto! Nell’ultimo periodo si è molto sentito parlare di bagno forestale, ci puoi spiegare esattamente che cosa è?
Paolo Zavarella: L’espressione “Bagno di Foresta” deriva dal giapponese “Shinrin-yoku” che significa letteralmente “immergersi nell’atmosfera della Foresta, della Natura”, che è una pratica nata in Giappone e diventata molto comune e studiata dagli scienziati negli ultimi decenni e che ora inizia a diffondersi (ancora troppo poco) in Europa ed in Italia (pochissimo) sotto il nome di Medicina Forestale o Forest Therapy.
F. Quali sono i benefici? Perché questa “pratica” ci fa stare bene?
P. Z. La ricerca scientifica ha dimostrato che sono molti e variegati i risultati ottenibili grazie ai bagni di foresta o immersioni forestali come :
- Stimolazione delle risposte del Sistema Psiconeuroendrocrino e Immunitario (PNEI)
- Innalzamento delle Immunitarie Cellule NK (Natural Killer)
- Rilassamento mentale e liberazione dai pensieri ricorrenti
- Potenziamento della capacità di concentrazione e aumento della lucidità mentale
- Innalzamento del tono dell’umore (a breve e medio termine)
- Allenamento favorevole per il Sistema Cardiovascolare
- Riduzione della pressione sanguigna (a breve e medio termine)
- Abbassamento dei livelli di stress grazie al depotenziamento dell’azione del Cortisolo e degli altri ormoni dello stress
- Stimolazione della consapevolezza della connessione con sé stessi e la natura
- aumento della Percezione di Benessere individuale
- rilassamento per il corpo (Sistema Muscoloscheletrico e Neuromiofasciale)
- Attivazione dei processi biopsicosociali che contrastano l’Insonnia
- Altri effetti, ancora oggetto di ricerche…
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che i disturbi mentali e dell’umore (soprattutto ansia e depressione) costituiscono una parte cospicua del costo globale per la cura delle malattie nel mondo industrializzato e tale costo è destinato ad aumentare. Un’altra quota importante dei costi della salute sono deputati alla diagnosi ed alla cura delle malattie legate al metabolismo (diabete, obesità) al sistema cardiovascolare (ipertensione, infarto) e alle patologie oncologiche (tumori). Queste patologie paiono tutte collegate alle difficoltà di adattamento allo stress e ai ritmi frenetici imposti dalla civiltà industrializzata e urbana. Oggi molti ricercatori fanno riferimento ad una nuova malattia che sta invadendo le nostre città: la Sindrome da deficit di natura! Sembra quindi che proprio il nostro progressivo allontanarci dai ritmi e dagli ambienti della natura e della foresta, ci sta facendo ammalare sempre di più. Allora ci chiediamo: esiste un “integratore” naturale, senza effetti collaterali, economico se non gratuito, con risultati stabili e permanenti che sia in grado di ridurre in maniera significativa i punteggi nei test psicometrici di ansia, depressione, rabbia, fatica e confusione e, al contrario, aumentare il punteggio della sensazione di benessere e vigore? O che possa far variare i parametri biologici, riducendo quelli legati allo stress ed aumentando quelli della buona salute? O che magari riesca anche a ridurre la pressione arteriosa e la glicemia, a velocizzare la guarigione e ad abbassare l’incidenza delle patologie virali e tumorali? Ebbene, la risposta incredibile è che questo “integratore” esiste! Si chiama “immersione / bagno nella Foresta” e porta a risultati stabili, difficilmente raggiungibili con qualsiasi psicofarmaco o farmaco conosciuto. I ricercatori giapponesi sono stati i primi a studiare gli effetti benefici che si ottengono quando ci si immerge, senza fretta e con consapevolezza, nella natura di un bosco, di un giardino o di una foresta. Le difese immunitarie diventano più forti, l’umore migliora, la pressione sanguigna si normalizza, tanti altri cambiamenti positivi possono essere effettivamente registrati durante e dopo queste esperienze di Medicina Forestale, come noi dell’Associazione Italiana di Medicina Forestale facciamo ad ogni Immersione guidata che organizziamo in tutta Italia. Il semplice trascorrere un pomeriggio in un bosco, quando opportunamente guidati da facilitatori esperti di medicina forestale, è in grado di aumentare del 50% il numero delle cellule NK, cioè le cellule natural killer del sistema immunitario, particolarmente importanti nel riconoscimento e distruzione di cellule tumorali e infette da virus. Aumentano, con risultati stabili per settimane, anche altre proteine preziose in campo immunitario, aumenta anche la serotonina (ormone della tranquillità) e si riduce invece l’attività del cortisolo e del sistema ortosimpatico (attivi nello stress). E tutto questo senza farmaci e senza effetti collaterali, come pubblicato nell’International Journal of Immunopathology and Pharmacology.
F. Il nome giapponese è Shinrin-yoku (traduzione di forest bath, bagno di foresta), quali legami ci sono con il Giappone?
P.Z.La maggior parte dei giapponesi segue due religioni: Shintoismo e Buddismo. Entrambe queste religioni, che possono anche essere intese come filosofie di vita, hanno sempre manifestato un rispetto e un culto diretto alla natura, agli alberi e alle foreste. La religione Scintoista, in particolare, apparsa in Giappone nel 500 A.C., era all’origine proprio decisamente orientata all’adorazione della Natura, con pratiche di culti per la fertilità, tecniche di divinazione e sciamanismo. Su questo substrato culturale e religioso si è poi innestato uno dei sistemi produttivi ed economici tra i più avanzati del mondo. I giapponesi, che hanno sviluppato il culto del raggiungimento degli obiettivi più alti, fanno in media 3-4 ore di straordinario, lavorano anche di sabato, durante la notte e vanno rapidamente in “burn out” (sovraffaticamento da lavoro eccessivo). Il tasso dei suicidi è altissimo in Giappone come in nessun altro paese del mondo. Ma le persone, anche se oggi vivono prevalentemente in città, hanno conservato nel profondo l’idea della natura come Casa dello Spirito che può curare ogni malattia. I ricercatori hanno infatti cominciato a notare che alcune persone, in preda ai sintomi più gravi del “burn out”, scomparivano per alcuni giorni per poi riapparire sul posto di lavoro o in famiglia perfettamente sane e rasserenate. Sin dagli anni ‘80 sono iniziate le ricerche, in particolare grazie a due medici Qing Li e Yoshifumi Miyazaki (oggi famosi in tutto il mondo). Si è accertato che e persone che si rifugiavano all’interno delle foreste nazionali (protette dalle ferree leggi giapponesi dove esiste un Ministero delle Foreste) avevano enormi benefici, misurabili mediante strumentazione medica. Il Ministero Giapponese dell’Agricoltura e delle Foreste è stato dunque pioniere nel mondo dellaNuova Medicina Forestale quando nel 1982, promosse e finanziò le ricerche sulla pratica dello “Shinrin-yoku” (Bagno nella Foresta). Da allora le ricerche e le esperienze si sono moltiplicate e oggi la Medicina Forestale è una pratica medica riconosciuta in Giappone, è considerata una importante Medicina Preventiva e di Promozione della Salute, applicata e prescritta da Esperti di Medicina Complementare, Medici e Psicologi. La nostra Associazione A.I.Me.F. è nata proprio per sostenere gli sforzi di tanti a raggiungere gli stessi risultati in Italia mediante la ricerca scientifica, la pratica e la divulgazione. Per questo abbiamo patrocinato una Scuola per formare Esperti Facilitatori in Medicina Forestale, che abbiano le competenze per progettare e guidare le immersioni forestali nei Parchi Nazionali o anche nelle Urban Forest (i preziosi Parchi o i Giardini che sopravvivono nelle nostre città).
F. Esistono differenti livelli di immersione, quale è la differenza? Quanto dura di solito un bagno? Lo possono fare tutti?
P. Z. Ogni passeggiata, anche solitaria, in un contesto naturalistico o forestale dove ci siano degli alberi, lontano dai rumori, dagli inquinanti e dai ritmi delle città, ha sempre una grande efficacia. Tutti possono ricevere i benefici di un’Immersione forestale: i neonati, i bambini, le donne incinta, gli adulti, gli anziani, le persone in convalescenza. Il bagno di bosco non è il trekking, non è l’arrampicata o uno sport estremo, è alla portata di tutti. Ma come ogni pratica terapeutica, il “dosaggio”, la frequenza di “assunzione” e la modalità della cura possono fare la differenza. È importante la biodiversità degli Alberi presenti in quella determinata foresta (le querce e i lecci hanno una certa potenza per promuovere alcuni fattori di salute, mentre gli eucalipto e i pini agiscono di più su altri fattori), l’età degli alberi, l’altitudine, i fattori metereologici, geologici, stagionali. La Medicina Forestale suggerisce di trascorrere almeno 3 giorni e 2 notti in un contesto forestale ad ogni stagione, per dare un grande stimolo al sistema immunitario; si possono mantenere i risultati tornando almeno una volta a settimana nella natura per un tempo non inferiore alle 4-6 ore. In alternativa è possibile ottenere e mantenere dei risultati favorevoli anche camminando nella natura frequentemente (tutti i giorni o almeno 3-4 volte a settimana) per un tempo di almeno 1-2 ore. E conta anche molto il grado di consapevolezza nell’immmersione forestale che si sta operando. Se si entra in un bosco con il computer, l’orologio, la giacca e la cravatta, la mascherina, il fumo di sigaretta, gli scarponi, si continua a interagire attraverso i social i risultati saranno minimi perché manca quell’atteggiamento di piena consapevolezza, proprio delle pratiche di Mindfulness, che è necessario per attivare l’effetto terapeutico. L’A.I.Me.F. ha codificato 5 Livelli di Immersione nella Natura. Per ciascun livello sono possibili diversi gradi di profondità in grado di attivare meccanismi omeostatici di adattamento e risorse di autoguarigione.
F. Quali suggerimenti daresti a chi volesse approcciarsi alla pratica? E, nelle Marche, oltre a Castelfidardo, dove si può fare il bagno forestale?
P.Z. Ogni regione, ogni città in Italia può vantare la presenza di aree naturalistiche di eccellenza: boschi, foreste, urban forest straordinarie e potenti per la Medicina Forestale. Il 39% del territorio nazionale è ricoperto da foreste. Nelle Marche la nostra Associazione ha qualificato, per ora, la Selva Preistorica di Castelfidardo come Forest Bathing Center ma ci sono moltissimi altri luoghi straordinari: ci sono due Parchi Nazionali (Monti Sibillini e Monti della Laga), quattro Parchi Regionali (Monte Conero, Sasso Simone, Monte San Bartolo e Gola della Rossa e di Frasassi) e sei Riserve Naturali (Abbadia di Fiastra, Montagna di Torricchio, Ripa Bianca, Sentina, Gola del Furlo e Monte San Vicino, Monte Canfaito). In ogni caso è sempre bene affidarsi a degli esperti facilitatori di Medicina Forestale diplomati e opportunamente preparati.
F. Gli alberi comunicano tra loro? Ci parli del progetto dei giardini musicali?
P. Z.Le piante comunicano con consapevolezza e intenzionalità da milioni di anni anche se noi ce ne stiamo accorgendo solo ora, Una nuova scienza sta chiarendo le incredibili potenzialità espresse dalle piante in milioni di anni di evoluzione: questa scienza è la Neurobiologia Vegetale rappresentata in Italia dal Prof. Stefano Mancuso. Le Piante comunicano attraverso la produzione di B-VOC (Biogenic Volatile Organic Compounds), composti volatili di natura biologica che costituiscono migliaia di aromi, odori, essenze, prodotti e percepiti dalle radici, dalle foglie, dal tronco, dai fiori sotto forma di composti aromatici, oli essenziali, resine. Questi BVOC sono immessi nell’aria e trasportati anche a migliaia di chilometri di distanza, consentendo alle Piante di acquisire e divulgare informazioni utili e preziose. Le piante comunicano attraverso l’immissione, tramite le radici, di ormoni e composti diffusibili che vengono veicolate da una enorme distesa di piccolissimi funghi (Micorrize) che connettono insieme le radici di molte piante in un bosco o in una foresta, realizzando una sorta di Wood Wide Web, equivalente ad una Rete Internet Sociale.
Le Piante comunicano anche mediante la variazione dei campi elettromagnetici prodotti dall’attività biologica che si realizza tra le radici e le foglie. Questi campi elettromagnetici sono molto dinamici, variando in continuazione ed adattandosi a tutto ciò che accade nell’ambiente: nel terreno, nel vento, in risposta alla variazione della luce del sole, del movimento dell’aria, della presenza e della qualità dell’acqua, oppure a causa dell’interazione con un animale o con una persona. Queste variazioni sono percepite dagli insetti, dai batteri, dai funghi, dagli animali, dalle altre piante realizzando un tessuto sociale dal quale noi umani rischiamo di restare esclusi. Proprio la Neurobiologia Vegetale ci ha insegnato come rilevare queste sottili variazioni elettromagnetiche, che possono essere elaborate e trasformate in variazioni di note musicali: questo permette alle piante di comunicare in modo intellegibile anche con noi umani. Dagli anni ’80 del secolo scorso il gruppo di ricerca che fa riferimento a “Music of The Plants” di Solera, ha raccolto molte testimonianze sonore di alberi, piante e organismi vegetali, realizzando Concerti di Musica Vegetale e approfondendo la ricerca sulle capacità di comunicare del mondo vegetale. A.I.Me.F. nel 2018, grazie ai Giardini Musicali, Progetto condiviso nel Master “Futuro Vegetale” dell’Università di Firenze guidato dal Prof. Stefano Mancuso, ha dato vita ad un nuovo Gruppo Artistico: “The Plant Players” che si occupa, letteralmente, di dare voce alle piante. Mediante gli appositi sensori applicati alle piante e grazie a specifici algoritmi di trascrizione è possibile produrre una musica del tutto naturale che trasmette a noi umani tutto il benessere che ciascuna pianta può offrire. L’applicazione dei sensori è assolutamente non invasiva e non traumatica per la pianta. La Musica può essere immediatamente riprodotta grazie ad un apposito amplificatore e può essere contestualmente registrata in tempo reale su traccia MIDI mediante software e strumentazione digitale adeguata. Il brano musicale elaborato dall’organismo vegetale è qualcosa di unico e irripetibile che può essere considerato alla stessa maniera dell’Opera dell’Ingegno dell’uomo.
F. L’ultima domanda, quella che faccio sempre, mi piacerebbe se regalassi ai lettori del blog un tip, un consiglio personale che ci aiuti in questo periodo delicato e complesso che stiamo attraversando.
P. Z. Per salutarci, vorrei regalare a tutti il DECALOGO della Medicina Forestale, che ci ricorda, in semplici 10 punti strategici, l’importanza di tornare sempre al contatto con la Natura e gli Alberi.
Decalogo della Medicina Forestale
1 Passa del tempo nella natura e tra gli alberi
2 Ricordati di tornare spesso a passare del tempo nella natura e tra gli alberi
3 Cammina lentamente, non stancarti e fai una sosta ogni volta che puoi
4 Sperimenta il tempo esteso che caratterizza la vita e la biologia degli alberi
5 Ricordati di respirare sempre, lentamente e profondamente attraverso il naso
6 Attiva tutti i tuoi sensi quando sei nella natura: usa la vista
7 Attiva tutti i tuoi sensi quando sei nella natura: usa l’olfatto e il gusto
8 Attiva tutti i tuoi sensi quando sei nella natura: usa l’udito
9 Attiva tutti i tuoi sensi quando sei nella natura: usa il tatto
10 Abbraccia gli alberi, la loro corteccia ci dona i terpeni come atto terapeutico.
A.I.M.e.F. – Forest Therapy
Valeria
Penso che possa essere una esperienza meravigliosa.
Avendo problemi articolari, nel senso che non posso sostenere lunghe camminate, non so se può essere una cosa possibile.
Posso sapere il costo?
Avete già dei programmi?
Grazie. Comunque sono interessata.
FRANCESCA
Ciao Valeria, grazie per l’interesse nell’argomento trattato. Ti direi di contattare direttamente l’Associazione Italiana di Medicina Forestale (trovi il link in fondo all’articolo) che sarà felice di rispondere alle tue domande. Un caro saluto.
Paolo
Ciao Valeria! Siamo contenti che la Medicina Forestale ti attragga! A nostro parere deve diventare uno “stile di vita” che ci accompagna sempre e non solo una moda passeggera! Se vuoi partecipare alle Immersioni Forestali che organizziamo regolarmente in giro per l’Italia, puoi scrivere a info@aimef.net segnalando nome e contatti e anche la provincia in cui abiti, così ti indirizziamo alla Sede AIMeF più vicina a te! Se vuoi contribuire ad aiutarci a fare ricerca e divulgazione per far si che la Medicina Forestale sia presto riconosciuta come forma di Terapia e Promozione della Salute (in modo che i Medici la possano prescrivere sulle ricette), puoi associarti all’AIMeF. Vedi le info nel sito http://www.aimef.net. Grazie e a presto! Paolo Zavarella
Antonella
Abito a Roma e sotto casa ho la riserva naturale dell’Aniene, ogni mattina e pomeriggio con i miei cani, la attraverso, in parte ovviamente, gustandomi i suoni che mi regala. Possiamo considerare anche questo un bagno forestale? Se sì, come potrei migliorarlo?
Paolo
Ciao Antonella! Siamo contenti che la Medicina Forestale ti attragga! A nostro parere deve diventare uno “stile di vita” che ci accompagna sempre e non solo una moda passeggera! Se vuoi partecipare alle Immersioni Forestali che organizziamo regolarmente a Roma, puoi scrivere a info@aimef.net. Una nostra Diplomata, Veterinara ed Esperta di Medicina Forestale, organizza Bagni di Bosco con i cani, se ti interessa, scrivi mail e ti metto in contatto direttamente con lei. Se vuoi contribuire ad aiutarci a fare ricerca e divulgazione per far si che la Medicina Forestale sia presto riconosciuta come forma di Terapia e Promozione della Salute (in modo che i Medici la possano prescrivere sulle ricette), puoi associarti all’AIMeF. Vedi le info nel sito http://www.aimef.net. Grazie e a presto! Paolo Zavarella